Rapino, variante al Pre: Digos sequestra atti in Comune

sagifur2Rapino. La Digos, su disposizione della procura, acquisisce gli atti relativi ad una variante specifica al Piano regolatore, ma del blitz in Comune se ne viene a conoscenza solo di recente, in una seduta del consiglio comunale. Torna al centro della discussione politica, e non solo, la vicenda della Sagifur, la conceria di pelli di Rapino, classificata come attività insalubre e non autorizzata dalla Regione.

 

Nel novembre del 2009 l’amministrazione comunale ha revocato una precedente delibera (del 2006) con la quale veniva assegnata una nuova destinazione urbanistica alla zona dove sorgono i capannoni della ditta, in modo da poterla trasformare in zona industriale. Contro tale decisione, però, all’epoca di erano opposti i consiglieri comunali della lista Bilancia, che sostenevano che non era giusto sanare un’attività, per la quale esisteva un’ordinanza di demolizione. Nello scorso giugno, le minoranze hanno depositato un esposto alla procura della Repubblica di Chieti, per verificare se vi fossero degli eventuali illeciti di natura penale. Nel frattempo, il magistrato inquirente ha disposto l’acquisizione in copia degli atti amministrativi relativi alla variante al piano regolatore, anche se la cosa è rimasta praticamente segreta, visto che in successive conferenze dei servizi, alla presenza di altri enti, la questione non era emersa. Contraddizione, però, scoppiata in occasione del consiglio comunale dello scorso 23 dicembre, quando sono state esaminate le osservazioni sulla mini-variante allo strumento urbanistico. “ Su questo tema”, spiega Rocco Micucci, capogruppo di minoranza, “ la maggioranza viaggia come un treno in corsa e come ha sostenuto lo stesso sindaco, non tiene conto dei pareri ostativi espressi dalla Provincia di Chieti e dell’Arta. Di questo sequestro della Procura, avvenuto nel mese di luglio, non sono stati allertati neanche gli enti che ad ottobre hanno partecipato alla conferenza dei servizi e che hanno l’obbligo di rilasciare i propri pareri in merito. In quella sede la Provincia di Chieti Settore Urbanistica aveva fatto richiesta al Comune di una serie di documenti e chiarimenti, a cui si sono associate anche ARTA e ASL, senza il soddisfacimento dei quali non era possibile andare avanti. Inoltre, prima del consiglio comunale, la Provincia di Chieti ha invitato il Comune a “riflettere su un iter procedimentale sicuramente singolare nel suo percorso” e non aderente al quadro normativo di riferimento, mentre l’ARTA ha chiesto al Comune di iscrivere detto sito nell’anagrafe dei siti contaminati della Regione Abruzzo. “Nessuna determinazione in merito può essere intrapresa senza un piano di caratterizzazione, cioè senza indagini che determinino il livello di contaminazione per l’attività precedentemente svolta e le eventuali procedure di bonifica da adottare” dichiara il capogruppo della minoranza Micucci”. A tal riguardo l’ARTA, venuta a conoscenza del consiglio del 23 dicembre, ha inviato la propria nota direttamente alla procura.

 

 

 

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