Vasto, sindacati insistono su licenziamento lavoratore e sostituzione presidente di Cerella

Vasto. A 5 mesi dal passaggio di consegne dalla presidenza Massimo Cirulli a quella di Angelo Pollutri a Cerella è subito sciopero.

A proclamarlo le segreterie regionali FIT CISL, UILTRASPORTI e FAISA CISAL per le numerose inadempienze, che dopo le prime 4 ore del 10 giugno, rimangono irrisolte e rendono necessario ed inevitabile, una prossima giornata di sciopero di 8 ore.

‘Parco macchine inadeguato, controllo dell’evasione tariffaria inesistente, pulizia degli autobus superficiale, mancata consegna del vestiario estivo, fermate non a norma, rotazione e attribuzione dei turni confusa ed irregolare e premio di risultato sono i motivi della protesta, oltre ad una difficile convivenza negli ambienti di lavoro ostili e privi della opportuna serenità.

I segretari regionali dunque ritengono attribuibili al neo presidente le responsabilità delle loro azioni sindacali contro l’azienda.

Tirare in causa il presidente sulle questioni tecniche, produttive ed organizzative dell’azienda ci potrebbe anche stare, ma attribuirgli anche responsabilità della mancanza di serenità ed ostilità nei luoghi di lavoro, è inaccettabile e vergognoso, se a farlo sono proprio quei sindacati, autori della divisione tra i lavoratori e della violazione di alcuni elementari diritti tutelati da chiare norme legislative.

L’iniziativa della cessione di deleghe sindacali da una organizzazione in favore dell’altra, per il breve tempo necessario al rinnovo della RSA di quest’ultima del 28 marzo 2014, al termine del quale sarà dato ordine ad ognuno di riprendere le proprie posizioni, utile ad evitare a qualche lavoratore di far parte dell’organo sindacale di rappresentanza aziendale, non è attribuibile a Pollutri’, si legge in una nota congiunta dei sindacati.

‘I toni sono violenti già prima della proclamazione dello sciopero, e prima ancora della mediazione presso la Prefettura, tanto che sui giornali si leggerà “dirotteremo l’ascia di guerra”, con margini per un confronto sereno già azzerati. Lo saranno ancora di più dopo lo sciopero che vedrà i sindacati soddisfatti per un adesione che diranno in maniera falsa sfiorerà il 100%; chiameranno in causa il presidente dell’azienda definendolo assente, incompetente, indisponibile e troppo occupato in politica.

Pronta ed immediata la replica di Pollutri, che definisce gli attacchi sindacali gratuiti e ripetuti, ed i motivi dello sciopero strumentali. Non ha dubbi il presidente a riguardo si tratta delle stesse sigle sindacali che sin dal primo incontro del 26 febbraio successivo al suo insediamento, hanno preteso azioni sanzionatorie pesanti contro alcuni lavoratori, arrivando a pretendere l’adozione di un provvedimento di licenziamento nei confronti di un lavoratore della Filt Cgil.

Durissima la Filt Cgil, che con il suo dirigente sindacale aziendale Sallese Paolo, smaschera irrimediabilmente le altre sigle sindacali confermando la denuncia del presidente sui motivi della vertenza.
Che lo sciopero sia strumentale e politico lo si capisce dagli stessi argomenti posti al centro della vertenza, questioni come la vetustà dei mezzi, l’irregolarità delle fermate, la scarsa pulizia, ecc…, già presenti durante tutta la presidenza di Massimo Cirulli, durata quasi 6 anni, colui che lo ricorderete tutti, ha prodotto il disastro ARPA spa con un buco incolmabile di circa 18 milioni di euro di debiti.

Viene attaccata la presidenza di Angelo Pollutri, inviando una richiesta al presidente di TUA perché lo stesso sarebbe
inadeguato e da sostituire, perché espressione di nomina politica, non avrebbe competenze specifiche dirette, risulterebbe occupato in politica.

Tutte circostanze simili a quelle che possedeva Cirulli, autore insieme all’ex governo del presidente Chiodi, dei
disastri descritti che evidentemente per le stesse organizzazioni non giustificavano la richiesta di rimozione dall’incarico come nel caso di Pollutri invece, perché?

Egli avrebbe prodotto il fallimento dell’intero settore del trasporto regionale anche con la complicità indiretta dei sindacalisti di cisl e uil, i quali nel 2013 non apprezzando l’intervento di Sallese Paolo in sede di assemblea sindacale che evidenziava proprio quelle somme che arpa scriveva come crediti verso la regione abruzzo che a sua volta non venivano riconosciuti, così lo apostrofavano: è arrivato il professore, chi è lei alice nel paese delle meraviglie, ecc… Per qualcuno la rivendicazione di diritti essenziali da parte del Sallese andava fermata a qualunque costo, anche con minacce ed aggressioni verbali che lo stesso fu costretto a subire, tanto per rimanere sul tema della serenità ed ostilità.

Solo la lungimiranza della fusione delle tre aziende pubbliche in TUA spa, di cui i meriti sono proprio di quella politica di centro sinistra di cui lo stesso Pollutri è parte, in particolar modo del Presidente Luciano D’Alfonso e del consigliere delegato ai trasporti Camillo D’Alessandro, eviterà alla Regione di consegnare i libri in tribunale e commissariare il settore, che invece sta per vedere approvato un bilancio 2015 con un utile seppur poco incisivo ottenuto solo grazie ai tagli degli sprechi, che con ogni probabilità i sindacati conoscevano e rispetto ai quali pochi scioperi si ricordano da parte di cisl, uil e faisa cisal’, insistono le segreterie sindacali.

‘Intollerabile disparità comportamentale da parte dei sindacati nell’approccio ai problemi di Tua spa azienda madre, rispetto a quelli
della figlia partecipata Cerella. Così Alessandro Di Naccio (cisl) in occasione dello sciopero regionale del 29 maggio 2015 proclamato
contro TUA: cgil ed ugl hanno voluto fare una fuga in avanti con uno sciopero politico, mentre per ora la strada è quella del confronto. Così Giuseppe Murinni (uil): i tempi sono stetti per buttarla in caciara non serve a niente, di sicuro la riforma del Tpl non si può fare solo con i tagli.
Due pesi e due misure per i problemi di madre e figlia perché? Uno sdoppiamento di identità nella concertazione con i due Presidenti Luciano D’Amico ed Angelo Pollutri.

Diverso è anche il trattamento riservato da cisl e uil ai problemi del lavoratore L. A., divenuto oggetto del piacere malato dei sindacati, rispetto a quando risultava iscritto a cisl prima ed a uil dopo. Scrive Sallese, non si capisce perché il 31/10/2013 il
segretario regionale uiltrasporti contestava all’azienda il licenziamento intimato “per motivi oggettivi” ad un padre di famiglia ,
mentre oggi lo invoca senza alcun valido motivo. Il licenziamento dimostra una profonda insensibilità umana scriveva. Ne avrebbe
ugualmente chiesto oggi il licenziamento se fosse stato ancora un suo iscritto? Stessa domanda si rivolge al segretario della cisl:
come mai per i fatti accaduti qualche tempo fa in azienda Cerella tra un suo iscritto ed un altro lavoratore della cgil che si presero a
pugni, non è stato chiesto il licenziamento? Oppure come mai nella ex Arpa spa, sempre un suo iscritto coinvolto in fatti
penalmente rilevanti riguardanti truffa e falso ai danni dell’azienda, a seguito di sentenza di condanna a 20 mesi di reclusione, non
risulta essere stato sfiorato da una qualche commissione di inchiesta che abbia con provvedimento disciplinare sanzionato quel
lavoratore?

La verità è che anche le commissioni di inchieste vengono fatte da funzionari nominati, i quali anche nell’accertamento dei fatti
accaduti non sempre sono impeccabili ed imparziali.
Ne sanno qualcosa alcuni lavoratori della filt cgil di Cerella che si sono visti infliggere pesanti sanzioni disciplinari per aver cercato
solo di denunciare disservizi causati da altri lavoratori della cisl, che ovviamente sono restati impuniti; insomma anziché punire
l’imputato si puniscono i teste! Di qui trova dunque conferma la dichiarazione del Presidente Pollutri: punirne uno per educarne
cento, ma la cgil non ha dubbi, per terrorizzarne 100.
Alla cgil non va giù neppure il fatto che tra i temi posti nell’agenda della vertenza ve ne siano alcuni particolarmente delicati sui quali
è d’obbligo la serietà ed intollerabile la strumentalizzazione, come inefficienza dei mezzi, fermate non a norma e la mancanza di
equa assegnazione dei carichi di lavoro con turni ad personam, sui quali da anni il dirigente sindacale aziendale è impegnato sia nel
confronto interno con l’azienda, che nel porre le questioni al di fuori agli organi competenti. Alcune questioni riguardanti la
sicurezza, hanno visto la soluzione proprio grazie al suo personale e solitario intervento, cito le fermate alla Sevel, il divieto di
fermate sulle rampe di decelerazione della zona ind.le di lanciano, l’inversione di marcia a San Giovanni Lipioni a ridosso di curva,
ecc… operazioni tutte che durante la presidenza Cirulli venivano compiute regolarmente senza la necessaria sicurezza, e rispetto
alle quali mai nessuno di loro si è sognato di scrivere neppure due righe, figuriamoci fare sciopero.
Come del resto sempre durante la sua presidenza, circolavano mezzi con documenti di circolazione irregolari, poi in seguito alla
denuncia del Sallese aggiornati.
Su questi temi mai si è riusciti ad ottenere la convergenza delle altre sigle, anzi quando venivano denunciati, le rsa cisl, uil e faisa
hanno sempre preso le distanze, talvolta definendolo un tentativo personale del Sallese di cercare un modo per creare problemi in
azienda. Le stesse Rsa ed i lavoratori che oggi sono nuovamente pronti ad una seconda azione di sciopero, quando si è trattato di
scioperare per il rinnovo contrattuale o per i mancati pagamenti degli stipendi, sono risultati dei volenterosi collaboratori e
perseguitori degli interessi aziendali, di cui oggi sembrerebbero fregarsene’, concludono.

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