Cia Chieti-Pescara contro gli aumenti delle tariffe del Consorzio di Bonifica Sud

Chieti. “No agli aumenti del 50% delle tariffe. Va bene il piano di rilancio, ma non si può scaricare sugli agricoltori, con aumenti troppo pesanti, le responsabilità di altri. Non è giusto che a pagare siano proprio gli agricoltori che dal Consorzio di bonifica non ricevono neanche servizi adeguati. La decisione commissariale va assolutamente rivista”.

 Il presidente Cia Chieti-Pescara Nicola Antonio Sichetti ribadisce e riconferma la contrarietà della Confederazione italiana agricoltori all’aumento dei canoni consortili decisi dall’ex commissario del Consorzio di Bonifica Sud, Giampiero Leombroni, che graveranno pesantemente sui costi di produzione e sui redditi delle imprese agricole.

 “Una decisione quella dell’ex commissario – sottolinea ancora Sichetti – che è stata presa in maniera autonoma, senza coinvolgere l’apposita Consulta delle organizzazioni di categoria di cui io stesso faccio parte”.

 La Cia pur consapevole della necessità di garantire la piena funzionalità alle attività consortili, in particolare in previsione della prossima campagna irrigua, ritiene ingiusto che l’azione di risanamento avvenga esclusivamente a discapito dell’utenza agricola.

 Per tali ragioni Cia ritiene necessaria una revisione della decisione commissariale che ha determinato gli aumenti alla luce dell’adeguamento e del pagamento dei canoni da parte delle altre utenze servite dal Consorzio, quali l’industriale, l’artigianale, la civile; alla luce delle nuove attività che il Consorzio metterà in atto per l’erogazione di servizi.Tali nuove entrate consentiranno, unitamente alle assicurazioni fornite sul completamento delle opere necessarie alla pinea funzionalità della Diga di Chiauci, una gestione più economica del Consorzio senza che i relativi disservizi e costi pesino esclusivamente sulla contribuenza agricola.

 La Cia chiede, infine, che la situazione del Consorzio venga attentamente monitorata e che le organizzazioni professionali agricole siano costantemente informate nella apposita sede che è quella della Consulta.

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