San Giovanni Teatino, amministrazione comunale interviene su caso Natascia

verino_caldarelliSan Giovanni Teatino. L’amministrazione comunale di San Giovanni Teatino interviene sul caso di Natascia, la 36enne affetta da Parkinson giovanile e da difficoltà di deambulazione arrestata nel novembre 2009 per stalking, detenuta diversi mesi nelle strutture carcerarie di Teramo e Pisa, per poi essere sottoposta ai domiciliari all’interno di una residenza protetta per disabili intellettivi e, infine, trasferita in una casa di cura e custodia in Provincia di Mantova.

“Con profondo dolore e rammarico apprendiamo della vicenda umana di Natascia, storia che ha toccato profondamente tutti noi e l’intera comunità di San Giovanni Teatino e circa la quale, con la massima partecipazione, esprimiamo grande solidarietà alla famiglia”. Così il sindaco Verino Caldarelli ha commentato la vicenda a nome dell’intero gruppo di maggioranza. “Nel sentirci vicini alla famiglia e alla nostra concittadina, ragazza molto conosciuta ed apprezzata non solo in città (in quanto impegnata nel sociale e nel volontariato sia localmente, con la Croce Rossa Italiana, che in ambito internazionale), ribadiamo comunque l’incondizionata fiducia nei confronti dell’operato della magistratura, prendendo le distanze, allo stesso tempo, dalle strumentalizzazioni politiche che sono state fatte sul caso: la vicenda in oggetto, infatti, è di importanza e delicatezza tali da non rendere opportuno alcun tentativo di speculazione politica”.

La vicenda è stata anche oggetto, lo scorso maggio, di un’interrogazione parlamentare da parte del Partito Democratico (primo firmatario Rita Berardini) che, a seguito di alcune notizie riportate su alcune testate locali, ha chiesto di conoscere se venisse assicurato alla detenuta un adeguato supporto psicoterapeutico e quali iniziative sarebbero state adottate affinché a Natascia fosse garantito il rispetto dei diritti inviolabili, considerata la gravità delle sue condizioni di salute.

Sembra, infatti, che le condizioni della donna siano andate notevolmente peggiorando proprio a causa della sottoposizione al regime carcerario. Per questo motivo, i familiari di Natascia hanno deciso di chiedere gli arresti domiciliari, ma il giudice avrebbe comunque applicato la misura di sicurezza, desumendo l’esistenza della presunta pericolosità sociale della donna esclusivamente sulla base di quanto dichiarato dalla parte offesa.

 

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