Colle Sant’Antonio, le associazioni: ‘A due mesi dal rogo non è accaduto nulla’

Chieti. A due mesi esatti dall’incendio che ha devastato un sito a Colle Sant’Antonio, tra Chieti e Bucchianico, nel quale erano accumulate incredibili quantità di rifiuti, la situazione è tutt’altro che sotto controllo. Lo denunciano le associazioni WWF Chieti-Pescara, Legambiente Chieti, Presidio Libera Chieti “Melissa Bassi”, Chieti nuova 3 febbraio, FAI delegazione di Chieti, Italia Nostra Chieti e Pescara, Camminando Insieme; i comitati Acqua e Beni Comuni Chieti, Amici del Colle, Ambiente Valpescara, Centro Assemblea Cittadina di Cepagatti, Villablocc e tantissimi cittadini che si stanno impegnando perché nessuno dimentichi questa ennesima emergenza.
“Quella che nei fatti era diventata una discarica abusiva (con condanne in primo e in secondo grado per il gestore) – dicono i rappresentanti delle associazioni presenti – è rimasta abbandonata a se stessa. L’unica “protezione”, di fronte a un cancello perennemente aperto, è rappresentato da un nastro bianco e rosso che delimita l’area. Eppure sono tuttora presenti materiali pericolosi. Già fuori dal perimetro recintato ci sono bidoni di vernice abbandonati; all’interno sono visibili notevoli quantità di plastiche e altri materiali risparmiati dalle fiamme che a fine giugno avevano impegnato per diversi giorni vigili del fuoco e volontari. Ci sono inoltre ceneri e residui di combustione che rappresentano un potenziale rischio di possibile ulteriore contaminazione dell’aria, dei terreni e delle acque. Il vento potrà sollevare e spostare le polveri contaminate; la pioggia dilaverà portando a valle e in profondità sostanze di cui non si conosce la natura. E intanto un rigagnolo di acqua fuoriesce da giorni appena prima dell’ingresso della discarica… Tutti pericoli destinanti ad accentuarsi nei prossimi mesi, con il maltempo. La situazione è insomma tuttora gravissima. Al danno già subito dai cittadini, al momento dell’incendio e nelle settimane successive, si aggiungono gravi rischi per il futuro. Negli incontri pubblici, che si sono ripetuti nelle settimane successive al rogo, era stato assunto un impegno formale a fare di tutto per la bonifica del sito in tempi ragionevolmente brevi e comunque a garantire una immediata messa in sicurezza. Dopo due mesi non è accaduto nulla e la discarica continua a rappresentare, come lo è stata nei mesi e negli anni che hanno preceduto le fiamme, un gravissimo pericolo. Già nella sentenza di primo grado del resto si paventava la possibilità di un incendio e questo non ha fatto sì che si assumessero provvedimenti. Oggi siamo nella stessa identica situazione, con l’aggravante di aver già sperimentato i possibili danni. Non sappiamo che cosa i cittadini hanno respirato durante l’incendio, non abbiamo certezze sulle conseguenze della ricaduta a terra delle polveri contaminate e nulla sappiamo sulla situazione delle falde… Non possiamo essere certi che l’emergenza non abbia a ripetersi”.

Di fronte a questa drammatica situazione le associazioni, i comitati e i cittadini chiedono a gran voce che vengano concretamente avviate procedure finalizzate alla bonifica nel più breve tempo possibile e che comunque si proceda immediatamente alla messa in sicurezza del sito, disinnescando quella che anche dopo l’incendio resta un sito estremamente pericoloso.

Le associazioni, i comitati e i cittadini terranno già da oggi iniziative di sensibilizzazione e stanno preparando una richiesta di incontro al prefetto.

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