Ombrina Mare, le associazioni chiedono aiuto alla Regione

petroliera_1Chieti. Continua la campagna di sensibilizzazione contro l’installazione di Ombrina Mare, la piattaforma permanente che la Medoil Gas Spa vuole installare di fronte alla Costa dei Trabocchi, tra San Vito Chetino e Punta Cavalluccio.

 

Il progetto prevede l’estrazione di petrolio e di gas per 24 anni, con 4-6 pozzi estrattivi ed un mini-centro oli a mare, visibile dalla riva, ad incenerimento costante di idrogeno solforato ed altre sostanze di scarto tossiche.

Secondo Emergenza Ambiente Abruzzo, dai documenti della Medoil sarebbe possibile stimare circa 800 tonnellate di rifiuti, fra fanghi e fluidi perforanti ed emissioni in aria, che saranno prodotti quotidianamente.

“La vita della costa sarà alterata per sempre” è, pertanto, l’allarme lanciato dall’associazione. “Alcune di queste sostanze, infatti, sono tossiche e classificate come rifiuti speciali pericolosi, con possibilità di sversamenti e di impatto a riva”.

La rete Emergenza Ambiente Abruzzo crede che “il gioco non valga la candela” e che gli innumerevoli rischi che Ombrina Mare porterà con sè non siano accettabili per l’Abruzzo, da sempre regione verde d’Europa. Infatti, secondo alcuni calcoli, l’associazione sottolinea che il petrolio estratto dalla piattaforma fornirà soltanto lo 0,4% del fabbisogno nazionale. Il gas, invece, dovrebbe attestarsi attorno allo 0,04%. “Il discorso vale se questi elementi restassero in Italia” precisa, però, Emergenza Ambiente. “Ma la Medoil è una  ditta inglese e non è tenuta a commercializzare i suoi prodotti nel nostro paese. Inoltre, le royalties per le estrazioni a mare sono solo del 4% per il petrolio, da dividere fra stato, regioni ed enti locali”.

Sarebbero finora oltre 170 le associazioni, gli operatori turistici e moltissimi altri soggetti ad aver scritto lettere di contrarietà al Ministero. Anche la stessa Provincia di Chieti avrebbe prodotto delle osservazioni da inviare all’organismo. Di fronte a questa massiccia partecipazione, Emergenza Ambiente Abruzzo chiede, pertanto, che anche il governatore Chiodi faccia la sua parte e che l’intera giunta regionale manifesti la propria contrarietà ad Ombrina Mare presso il Ministero in maniera ferma, ufficiale e senza compromessi.

“In un incontro con i cittadini a Cupello nel luglio del 2009” ricorda a riguardo l’associazione “Chiodi aveva promesso che la riviera abruzzese sarebbe rimasta libera da insediamenti petroliferi. È arrivata l’ora di mantenere quella promessa”. 

Il problema delle conseguenze degli idrocarburi delle compagnie petrolifere avrebbe anche causato, secondo Terranostra, la morte di sette cetacei sull’istmo di Varano. Il problema si estende, pertanto, dall’Abruzzo fino allo Ionio. Di seguito la ricostruzione dei fatti secondo Terranostra.

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