Facebook e Whatsapp down: spariscono in un buco nero per 7 ore. Ecco cosa è successo

Funziona di nuovo tutto. Dopo sette ore di blackout Facebook, e tutte le sue proprietà (Messanger, Whatsapp, Instagram, e Oculus), sono tornati regolarmente attivi.

Zuckerberg è stato costretto a ricorrere al social concorrente, Twitter, per comunicare con gli utenti “scusate per l’interruzione, so quanto vi affidiate ai nostri servizi per rimanere in contatto con le persone a cui tenete, stiamo lavorando per ripristinare il servizio il più velocemente possibile”. Twitter ha lanciato gli hashtag #whatsappdown, #facebookdown e #instagramdown che sono subito diventati trending topic: in pochi minuti hanno generato 100mila tweet.

  • Cosa è successo: ieri, lunedì 5 ottobre, alle ore 17,30 (in Italia) e fino alla mezzanotte le piattaforme social e di messaggistica sono state risucchiate in un buco nero e hanno smesso di funzionare, ad oggi è il disservizio più lungo della storia.
  • La spiegazione tecnica: la causa della sparizione pare sia stata dovuta ad un errore interno commesso durante un cambiamento di configurazione interno a Facebook. Internet non sapeva più dove trovare, letteralmente, Facebook in rete. Come se non avesse più le coordinate per raggiungerlo. I tecnici di infrastrutture web intervistati dal New York Times hanno dichiarato “il problema interno è stato l’equivalente del rimuovere i numeri di telefono degli utenti dai loro nomi in rubrica, rendendo così impossibile chiamarsi. E’ come se fossero stati cancellati i percorsi che consentivano agli utenti di accedere ai servizi di proprietà Facebook. In più la ricerca di milioni di utenti ha generato un traffico impressionante che ha ulteriormente rallentato le operazioni”.
  • Il ripristino manuale: nell’era della tecnologia imperante il vero problema di tutta la questione è stato che per poter ripristinare i servizi occorreva un intervento manuale. A causa del lavoro da remoto le persone presenti in azienda non avevano le competenze per intervenire, e neanche le dovute autorizzazioni necessarie per le autenticazioni, mentre quelli che avevano le competenze erano ad ore di distanza dal luogo in cui si doveva effettuare il ripristino. Una squadra è stata poi inviata nel data center a Santa Clara, in California per resettare manualmente i server. Ma i problemi non sono finiti qui: le serrature per accedere sono “smart” e quindi anche le porte degli uffici di Facebook sono rimasti per ore inaccessibili lasciando i dipendenti impossibilitati ad accedere perché i loro badge non venivano letti.
  • Il crollo in borsa: una giornata nera costata a Mark Zuckerberg 6,1 miliardi di dollari, le sue azioni sono andate giù di oltre il 5%.

 

 

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