Caos Tari: alcuni Comuni l’hanno aumentata per errore

L’errore, scoperto almeno tre anni fa, è stato ammesso dal Ministero dell’Economia.

Correva il 2014 quando un articolo pubblicato dal Sole24Ore , denunciava inesattezze nel calcolo della Tari da parte di alcuni Comuni, ma la vicenda è arrivata in Parlamento solo nello scorso marzo tramite l’interrogazione di un deputato del Movimento 5 Stelle.

Il problema è stato individuato nel calcolo di una delle due voci che vanno a costituire la Tari ed in particolare della quota variabile del tributo, che alcuni Comuni hanno indebitamente maggiorato applicandola anche alle pertinenze dell’abitazione, come box e cantine.

Rispondendo all’interrogazione parlamentare del deputato Giuseppe L’Abbate, il Mef ha infatti chiarito come la quota variabile della Tari, possa essere applicata anche alle pertinenze solo nel caso in cui esse siano nella disponibilità di una persona non residente nel Comune in cui si trovino le pertinenze stesse.

In tutti gli altri casi, come ad esempio quello di chi risieda in un’abitazione dotata di box auto o cantina, le pertinenze sono considerate “utenze non domestiche” e in quanto tali non soggette all’applicazione della quota variabile della Tari, che andrà calcolata solo sull’abitazione.

Per controllare che il proprio Comune abbia calcolato correttamente Tari, ricordiamo come l’avviso di pagamento del contributo dovrebbe contenere anche il dettaglio degli importi dovuti, dove è possibile verificare che la quota variabile sia stata applicata solo all’unità immobiliare coincidente con l’abitazione.

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