Multe a chi chiede l’elemosina, stop del Quirinale

Il Presidente Mattarella ha accolto il ricorso contro le misure anti accattonaggio introdotte da un comune del bolognese. Nessuna multa per i questuanti purché non arrechino disturbo.

Niente da fare per il Comune di Molinella, in provincia di Bologna. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, recependo il parere espresso dal Consiglio di Stato, ha accolto il ricorso dell’associazione bolognese Avvocato di strada contro l’ordinanza comunale che di fatto vietava di chiedere l’elemosina per le strade del comune romagnolo, introducendo multe salate per i trasgressori, oltre al sequestro di quanto ottenuto con la questua.

L’ordinanza comunale, emessa il 6 marzo del 2015, era stata giustificata dall’amministrazione di Molinella sostenendo che il fenomeno dell’accattonaggio: “provoca disagio ed insicurezza nella popolazione di questo Comune, lede l’immagine della città e suscita una percezione distorta e difforme della realtà in relazione alle iniziative sociali assunte dall’Amministrazione comunale nei confronti della povertà”.

Di diverso avviso l’associazione benefica Avvocato di strada, secondo la quale “il sindaco non può in nessun caso colpire con provvedimenti punitivi chi si limita a chiedere l’elemosina senza molestare o infastidire nessuno”. Tesi sostanzialmente accolta dal Consiglio di Stato, che ha espresso parere favorevole sul ricorso presentato dall’associazione e poi definitivamente accolto dal Presidente della Repubblica.

Dalle pagine di Repubblica.it, il firmatario del ricorso, avv. Fabio Iannacone ha commentato: “Un conto è importunare la gente con comportamenti insistenti o violenti: per casi come questi la legge italiana prevede già delle sanzioni. Ma perché multare – continua Iannacone – anche chi semplicemente chiede l’elemosina seduto in silenzio e magari con gli occhi bassi per pudore? Lo vogliamo punire perché è povero? L’ordinanza ci sembrava un modo per accanirsi contro persone deboli e indifese”.

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