Alluvioni e cambiamenti climatici: intervista al Colonnello Giuliacci

giuliacci_2Appare sempre più evidente, che esiste una cosiddetta “LINEA SPEZZATA DEL PROGRESSO”, ossia che la nostra continua ricerca ossessiva del benessere consumistico, ieri e oggi nel mondo occidentale, domani certamente in quello emergente che giunge da oriente, possano essere responsabili di quello che spesso definiamo “anomalie climatiche”. Ondate di calore, seguite da piogge torrenziali a breve distanza. Anomalie sempre più frequenti in tutto il globo, dovute al global warming, e esacerbato dallo sfruttamento intensivo delle risorse certamente, tuttavia molto dipende non solo dall’attività antropica, com’è noto, ma anche da questioni esclusivamente naturali. Abbiamo chiesto cosa ne pensa di tutto ciò al meteorologo e climatologo Mario Giuliacci, del centro Epson Meteo di Milano. Volto molto popolare della televisione in Italia. Dal 1995 cura infatti,  le informazioni meteo per i Tg delle reti Mediaset nonché per diversi siti internet.

Colonnello Giuliacci, spesso usiamo dire, anche sulla stampa, che le stagioni oramai sono irrimediabilmente mutate, rispetto a quelle che ci ricordavamo da bambini o rispetto a quelle raccontate dai nostri anziani. Quanto c’è di vero in tutto questo, e come è cambiato il clima negli ultimi 50 anni?

“Già 2000 anni fa Virgilio diceva che le stagioni non sono più quelle di un tempo. Questo perché è impossibile dire nell’arco di una generazione, o di una esistenza umana, che il clima sia mutato. Questo avviene anche per motivi psicologici nel modo proprio di percepire il trascorrere del tempo, non solo, anche di come gli eventi positivi che abbiamo vissuto ci tornano alla mente, fissandosi indelebilmente nella memoria. Inoltre è molto improbabile che nel corso della vita di una persona il clima resti uguale a se stesso”.
Il mese di luglio è stato caratterizzato, in riferimento particolare al nostro Paese, da due evidenti “anomalie climatiche”. La prima parte del mese ha fatto infatti registrare temperature che hanno raggiunto e superato in alcuni casi i 40 C°, mentre la seconda parte ha riportato addirittura la neve sulle Dolomiti a quote relativamente basse. Cosa sta accadendo? E’ anche questo un effetto del global warming?
“No. Io credo che non sia attribuibile al global warming la causa di queste variazioni climatiche improvvise. E’ impossibile dare ad ogni anomalia del clima, stagionale o mensile colpa al global warming. Chi lo fa è decisamente fuori strada! I mutamenti sono sempre avvenuti. Il mese di luglio è il mese del caldo per antonomasia, ma non è sempre così. Si pensi al luglio del 2002 fu di gran lunga più instabile di questo appena trascorso. Non è possibile dare la colpa sempre all’effetto serra. Esistono due categorie di “esperti” del clima che io definisco ironicamente i “talebani negazionisti” i quali affermano che l’uomo non sia affatto responsabile di questo cambiamento in atto. Ma ci sono anche i “talebani serristi” che, forse per motivi politici, affermano invece che siamo di fronte all’apocalisse. Non è più possibile esasperare il discorso scientifico in questo modo. Io credo che il giusto sia nel mezzo, senza esagerare né da una parte, né dall’altra”.

 

In riferimento particolare all’Italia centrale, appare sempre più evidente un particolare aumento della piovosità con conseguenti alluvioni e inondazioni, l’ultima dalle nostre parti è arrivata nel mese di marzo. L’aumento di immissione di anidride carbonica in atmosfera, oggi può essere davvero messo in qualche maniera sotto controllo o siamo fuori tempo massimo ormai?

“La variabilità del clima negli ultimi 50 anni è certamente aumentata. E’ indubbio che con l’aumento di CO2 in atmosfera noi creiamo i presupposti affinché si formino più formazioni nuvolose, che ricadranno a terra sotto forma di pioggia, come nel caso da lei citato avvenuto con le alluvioni in Italia centrale. Più caldo c’è e più è probabile che arrivino tempeste di pioggia o addirittura uragani, non nel nostro caso per fortuna. Ma è anche vero che la nuvolosità copre l’irradiazione solare, favorendo una diminuzione delle temperature e riportando perciò un certo equilibrio termico. Il sole comunque è responsabile nei suoi cicli di 11 anni all’aumento della temperatura sulla Terra (come confermato nella nostra intervista al Prof. Giovanni Bignami ndr). Non è solo colpa dell’uomo quindi a mio avviso”.

 

Cosa la preoccupa di più se le chiedo di indicarci quali sono i fattori che potrebbero portare ad una vera instabilità climatica sul Pianeta, del tipo di quella paventata dal matematico e cosmologo Stephen Hawking, quando dice che la Terra potrebbe diventare instabile come Venere?

“Diciamo subito che è indubbio che il clima si sia surriscaldato, questo è un dato oggettivo che è confermato dai termometri. Le diatribe nascono invece quando si chiede: ma di chi è la colpa? Il buon senso dice che la parte di colpa sia ripartibile tra uomo e Sole, ma non credo assolutamente alla bufala del “non ritorno”. Non è affatto vero, come qualche scienziato sostiene, che siamo ad un passo dall’apocalisse. Può anche essere un modo per forzare la mano ai politici. Il pianeta ha in sé il sistema per salvaguardare la vita, attraverso feedback positivi o negativi a seconda della situazione che si viene di volta in volta a creare”.

 

Tornando al tempo meteorologico Colonnello, sappiamo che fare previsioni a lungo termine è cosa abbastanza ardua, ma vista la sua lunga esperienza, le chiedo che tipo di mese di agosto ci dobbiamo aspettare? Dovremo prepararci ad una nuova ondata di calore o è meglio invece iniziare a tirar fuori i maglioni dall’armadio?

“A partire dai primi di agosto, sul nostro Paese, siamo in piena ondata di caldo che durerà almeno fino a ferragosto. Poi le temperature scenderanno. Del resto i dati statistici ci dicono che nel 2003 ad esempio la soglia dei 34 C° fu superata ben 555 volte, mentre nell’ondata che c’è stata dal 7 al 14 luglio di quest’anno solo 70 volte. Quello che conta è la durata delle ondate di calore. Pensiamo ai bambini e agli anziani che sopportano bene i primi 2 o 3 giorni di caldo intenso. Poi iniziano come è noto i veri problemi. Sarà un agosto che rientra nella norma, dunque. Caldo ma non eccessivo”.

 

Un’ultima domanda che rivolgo sempre a chi si occupa di “scienza applicata” alle nostre vite, quali sono da sempre la meteorologia e la climatologia. Si sente ottimista riguardo al futuro di tutti noi, e in particolar modo in riferimento alle future generazioni?

“Mi sento profondamente ottimista. Diciamola tutta: prima o poi il petrolio dovrà finire! E di conseguenza anche il livello di immissione di CO2 decrescerà gradualmente. Siamo di fronte ad un problema generazionale. La futura, infatti, dovrà trovare, sia nelle energie rinnovabili, sia in quella che io definisco il futuro energetico, ossia quello derivante dalla fusione nucleare sprigionata da deuterio e trizio, la vera svolta energetica. È già possibile, iniziare a percorrere questa via, che è infinita e ha costi molto bassi, il progetto I.T.E.R. in Francia ne è un validissimo esempio. E’ evidente che non se ne parla esclusivamente per motivi politici ed economici”.

 

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