Migrante ucciso da un ultrà razzista. La compagna decide di donare gli organi

Emmanuel Chidi Namdi era fuggito con la compagna dai folli attentati degli estremisti islamici di Boko Haram ma nulla ha potuto contro l’altrettanto folle violenza di un razzista italiano.

Fermo – Emmanuel Chidi Nadmi, migrante 36enne di origine nigeriana, stava passeggiando con la compagna 24enne, anche lei nigeriana, non lontano dal seminario arcivescovile di Fermo, dove era ospite, quando un ultrà della locale squadra di calcio, già noto alle forze dell’ordine per altri episodi di violenza tanto da essere sottoposto a un Daspo di quattro anni, ha apostrofato la fidanzata chiamandola “scimmia africana”; dalla reazione dell’uomo in difesa della compagna è nata una colluttazione in cui il migrante è stato massacrato con un palo della segnaletica stradale usato come arma.

Trasportato all’ospedale in gravissime condizioni, i medici non hanno potuto fare nulla, Emmanuel è morto nel tardo pomeriggio di ieri a causa di un’emorragia celebrale. I sanitari hanno chiesto alla compagna Chinyery, l’autorizzazione all’espianto degli organi e la donna ha dato il suo consenso ma alcuni problemi burocratici potrebbero rendere vano l’altruismo della donna.

Emmanuel e Chinyery erano giunti in Italia dalla Nigeria dopo che un attentato degli estremisti di Boko Haram gli aveva portato via i genitori e la figlia. Durante il viaggio sono stati più volte aggrediti dai trafficanti di uomini e proprio a causa delle percosse Chinyery ha anche perso il bambino che portava in grembo. Nonostante questo, come ricorda Don Vinicio Albanesi, il sacerdote che li ospitava nella sua comunità, intervistato da Repubblica, “ Emmanuel era sempre sorridente, pieno di entusiasmo e di progetti per il futuro. Sognava un lavoro, una casa e soprattutto il permesso di soggiorno per restare in Italia. Aveva imparato subito l’italiano che parlava abbastanza bene, mentre la compagna stentava ancora un po’ è usava l’inglese.

Il sacerdote è stato colpito soprattutto dall’affetto tra i due giovani, tanto che lui stesso ha celebrato per loro il rito della promessa di matrimonio, “una cerimonia simbolica molto antica che hanno voluto fortemente. Poi – racconta Don Vinicio – abbiamo fatto una grande festa e loro erano davvero felici”.Ora Chinyery è rimasta sola e Don Vinicio è preoccupato, “ Lei non ha più nessuno, è arrivata sola con lui ed ora che Emmanuel non c’è più non sa cosa fare”.

Dopo la morte di Emmanuel, Don Vinicio ha organizzato una veglia funebre durante la quale ha ammonito la cittadinanza a leggere la vicenda del migrante come un campanello di allarme del crescente clima di razzismo e xenofobia mentre la presidente della Camera Laura Boldrini ha scritto su twitter, “ Sgomento e indignazione per l’uomo ucciso a Fermo. Era scampato a Boko Haram, è morto in Italia per l’odio razzista e xenofobo”.

Impostazioni privacy