Teramo. Una lettera indirizzata alla Direzione Provinciale del Lavoro di Teramo e per conoscenza a Guardia di Finanza e Nucleo Centrale carabinieri di Teramo per denunciare l’utilizzo dei lavoratori socialmente utili (LSU) nei centri dell’impiego della provincia di Teramo.
Nella missiva, proveniente da Silvi e firmata, si ricorda che “le fonti normative di riferimento (decreto legislativo 468/97 – decreto legislativo 81/2000) e la consolidata giurisprudenza chiariscono che il lavoro socialmente utile si debba configurare come un’attività di supporto a quella amministrativa, tecnica, di cura e manutenzione delle strade e quant’altro riguardi l’espletamento dei compiti istituzionalmente affidati alle province riservati in via principale ai dipendenti, non rilevandosi in alcun modo l’instaurarsi di un rapporto subordinato con l’amministrazione. Ne deriva quindi che sia perentoriamente esclusa la possibilità di attribuire ai LSU qualsivoglia responsabilità riconducibile a procedimenti amministrativi semplici o complessi, rilevandosi la sola possibilità di accesso a dati personali, anche sensibili, qualora sia ciò necessario allo svolgimento dei propri compiti (accesso consentito formalmente dal responsabile del trattamento dei dati personali ai sensi e per gli effetti del d.lgs.196/2003)”.
A differenza di quanto previsto dalle leggine “si è invece assistito nel corso degli ultimi dieci anni a un aumento esponenziale del numero dei LSU presenti nei Centri per l’Impiego della Provincia di Teramo e del Settore Lavoro in generale, passati dalle circa 6 unità del 2003 alle attuali 18, rilevandosi altresì che questo aumento è avvenuto conseguentemente ai vincoli imposti dal Governo centrale alle assunzioni di personale, con successivi e stratificati provvedimenti, e al ritiro dal lavoro per decorrenza del trattamento di pensione di un certo numero di dipendenti. Una veloce quanto sommaria ispezione potrà agevolmente dimostrare che i LSU dei Centri per l’Impiego in realtà effettuano attività pacificamente contra legem, svolgendo compiti che, per quanto sopra ricordato, dovrebbero essere riservati ai soli dipendenti: dotati di credenziali di accesso al Sistema Informativo Lavoro della Provincia dei dipendenti, teoricamente private e personali, svolgono attività di front office e rilasciano e siglano atti amministrativi che dispiegano i loro effetti nell’ordinamento giuridico dei singoli utenti, per quanto attiene al loro status relativo a: inserimento nella banca dati provinciale dei lavoratori disoccupati con calcolo e riconoscimento di anzianità di iscrizione ai sensi del d.lgs.181/2000 e successive modificazioni; inserimento nella banca dati provinciale dei lavoratori disoccupati appartenenti alle liste di cui alla legge 68/1999 relativa agli stati di disabilità, con calcolo e riconoscimento dell’anzianità di iscrizione, convalida delle dimissioni ai sensi della l.92/2012”.
Per chi ha inviato la denuncia è tutto chiaro: “la responsabilità di tali abusi sia da ascriversi a responsabili, funzionari e dirigenti della Provincia, i quali adottano questo comportamento elusivo delle vigenti norme con regolarità e noncuranza, certi dell’impunità di fronte alla legge”.