Pescara, si incatena in biblioteca: manifestante arrestato

Pescara.- E’ stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e invasione di terreno e edificio pubblico Andrea D’Emilio, 31enne pescarese che già in passato ha fatto parlare di se’ per aver occupato la biblioteca provinciale di Pescara mentre erano in corso i lavori di sistemazione dell’archivio e per aver bonificato il parco dell’Infanzia che si trova in via Tavo, impedendo poi all’impresa di avviare i lavori di pulizia.

Ieri sera gli uomini della polizia provinciale, guidati da Guilio Honorati, lo hanno arrestato in biblioteca. Si era incatenato a una balaustra e non ha voluto sentirne di lasciare la struttura, nonostante gli inviti che gli sono stati rivolti in tal senso. Quando il personale della polizia provinciale ha tagliato la catena, lui ha opposto resistenza cominciando a tirare dei calci e a dimenarsi ed e’ stato condotto ai domiciliari.

Questa mattina l’arresto e’ stato convalidato e il 31enne e’ stato rimesso in liberta’ in vista dell’udienza del 17 giugno. Ieri, a quanto pare, al centro delle sue lamentele sulla biblioteca D’Annunzio, c’era la mancanza di fondi per l’acquisto di libri e pubblicazioni e la conseguente richiesta di intervento del presidente della Regione Luciano D’Alfonso.

Su Facebook ha preso le sue difese Maurizio Acerbo (Prc), scrivendo che si tratta di “una persona assolutamente pacifica” e augurandosi che “a nessuno venga in mente di denunciarlo. Anche perche’ un cittadino che protesta per chiedere piu’ libri merita un monumento”.

Tra solidarietà e rimprovero, invece, il pensiero del presidente della Provincia: “Conosco Andrea e so che è un giovane pacifico e che la sua è una protesta fatta a fin di bene”, afferma Antonio Di Marco, “Ma ci sono, evidentemente, dei limiti che non si possono travalicare. Opporre resistenza ad un Pubblico Ufficiale è uno di questi. Andrea si è opposto anche con una certa determinazione al comandante Honorati che cercava di tagliare la catena, costringendolo a bloccarlo con le manette. Per questo si è reso responsabile di resistenza a pubblico ufficiale (art.337 del Codice Penale). Oggi Andrea, benché riconosciuto responsabile di questo reato , è stato rimesso in libertà ed io mi auguro che fino al 17 giugno, data dell’udienza, non sorgano altri motivi di contrasto. Confido nella sua buona fede e mi auguro che questo episodio rimanga l’unico a dover essere stigmatizzato a causa della sua intemperanza”.

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