L’Aquila. L’attuazione di interventi mirati ad accrescere l’indipendenza e la qualità di vita degli anziani ultrasessantacinquenni e dei disabili non autosufficienti: con tale obiettivo è stato approvato ieri in giunta regionale il Piano Locale per la Non Autosufficienza Anziani e Disabili. A darne comunicazione è l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune dell’Aquila Stefania Pezzopane in una conferenza stampa tenutasi questa mattina nella sede del Comune.
Il piano, operativo a partire dal 1 gennaio 2012 e valido per tutta la durata dell’anno, si rivolge sia a persone già in carico ai servizi sociali e sanitari, per i quali sia necessario integrare il piano assistenziale, sia a nuovi utenti non autosufficienti bisognosi di almeno un intervento sanitario e di altri servizi sociali.
La redazione del PLNA ha comportato una serie di incontri di confronto con le organizzazioni sindacali e con le associazioni di volontariato presenti sul del territorio per un’adeguata valutazione degli interventi da predisporre.
L’Aquila vede attualmente la presenza di oltre 1000 disabili gravi residenti e circa 3800 ultraottantenni, fascia d’età con elevatissima incidenza di non autosufficienti.
“La situazione aquilana non viene riconosciuta nella sua diversità” ha affermato l’Assessore Pezzopane alludendo ad una mancanza di attenzione da parte del Governo su di un’area che, a causa di una grave situazione emergenziale post-sisma, continua a trovarsi ad affrontare da sola problematiche sociali, dalla portata e dalla frequenza insostenibili. “Alla luce degli eventi sismici, l’analisi della casistica in carico ai servizi comunali, conferma, anche nel 2011, l’incremento non solo degli utenti, ma anche dei carichi assistenziali e delle situazioni di multi problematicità” si legge nella nota del Comune.
Il moltiplicarsi delle richieste di assistenza è imputabile in primo luogo a problemi di natura economica e di assetto urbano: da una parte l’aumento della disoccupazione, il ricorso alla cassa integrazione e la chiusura di attività commerciali hanno ridotto significativamente le capacità delle famiglie di provvedere autonomamente alla spesa per i propri fabbisogni assistenziali con l’acquisto di servizi sul mercato privato; dall’altra la parcellizzazione e la dispersione dei servizi nelle aree periferiche della città o nei nuovi nuclei di aggregazione urbana, ha impedito la possibilità di molti anziani di godere di una condizione di autonomia che invece poteva più agevolmente verificarsi prima del sisma, all’interno del centro storico, cuore della vita economica e sociale.
La Pezzopane ha evidenziato con orgoglio l’innovatività di un piano che si differenzia da quelli attuati in precedenza per la specificità della fascia di popolazione cui si rivolge, per la presenza di strumenti diversificati che possano agire sul problema da molteplici fronti, per il coinvolgimento di associazioni di volontariato in vista della creazione di una “rete” presente sul territorio, per l’impiego delle sole risorse comunali e regionali per risollevare una situazione così difficoltosa.
Il costo annuale del piano prevede l’investimento di 327 mila euro (di cui il 67 per cento provenienti da fondi comunali e il 33 per cento da risorse del Comune) da impiegare in interventi volti non soltanto ad una mera assistenza ospedaliera, ma ad un miglioramento della qualità di vita del cittadino beneficiario.
Il piano di azione si articola in interventi di telesoccorso/teleassistenza tramite collegamento con operatori specializzati (40 utenze disponibili); interventi di trasporto per diverse esigenze (25 utenze previste nella fascia di popolazione anziana); assegni di cura per anziani e per disabili (15 utenze previste per la popolazione anziana e 22 per la popolazione disabile); rafforzamento dell’operato dei centri diurni per anziani e per disabili tramite finanziamento delle associazioni di volontariato presenti sul territorio.
I cittadini interessati possono presentare le loro domande all’ufficio dei Servizi Sociali, in via Rocco Carabba, e attendere la redazione di una graduatoria.
Permane il dubbio, visto il numero degli utenti previsti dal Piano, che siano ancora troppe, rispetto agli interventi previsti, le persone per cui la disabilità unitamente a condizioni di disagio economico siano condizioni limitanti alla conduzione di una vita dignitosa e partecipe in maniera attiva della vita civile e sociale.
Elisa Giandomenico