Tortoreto, Giulia Di Sabatino: foto e audio cancellati. Gli elementi per far riaprire l’inchiesta FOTO VIDEO

Tortoreto. Foto cancellate, messaggi e audio “scomparsi” dal cellulare di Giulia. Una chat WhatsApp eliminata. E poi la modifica delle password.

 

Il tutto avvenuto nei momenti successivi alla morte di Giulia Di Sabatino, la giovane d Tortoreto trovata senza vita al di sotto di un viadotto della A14 il 1 settembre del 2015.

E nel sesto anniversario della morte della giovane, a galla arrivano nuovi elementi. Nuove indicazioni dal lavoro effettuato dalla famiglia, dal legale Antonio Di Gaspare, da Adele Di Rocco (associazione Codice Rosso) e dal lavoro effettuato da Emme Team. Un lavoro certosino che ha consentito di portare in superficie una serie di elementi di indubbia valenza che ora spingeranno la famiglia a chiedere di riaprire il caso. L’inchiesta archiviata dalla procura per suicidio, ma la famiglia (la mamma Meri e il papà Luciano) chiederà di riaprirla.

Palloncini bianchi e rosa per la loro figlia fatti volare in aria: un modo per ricordarla a distanza di qualche anno dalla tragedia. E’ stato possibile nel frattempo recuperare alcuni selfie cancellati, scattati intorno alle 19,30 del 31 agosto del 2015 che alimenterebbero i dubbi della famiglia: fu omicidio e non suicidio.

L’obiettivo è quello di smontare la tesi del suicidio, di fare in modo che i file recuperati possano in qualche modo dire la verità che per la famiglia sin dall’inizio ha assunto i contorni di un delitto.

L’avvocato Di Gaspare è stato chiaro: è necessario accertare la verità sulla morte di Giulia. Meri Koci non ha alcun dubbio: Giulia fu uccisa la notte tra il 31 agosto e il primo settembre. Non si suicidò come invece sostiene la Procura sulla base degli elementi raccolti dagli investigatori nell’immediatezza del ritrovamento del corpo.

Al fianco di Luciano Di Sabatino e di Meri Koci si è schierata l’onorevole Valentina Corneli del Movimento 5 Stelle che ha portato all’attenzione del Parlamento la morte di Giulia e le tante morti di donne per mano di uomini violenti.

 

ll lavoro di Emme Team. I consulenti italo-americani hanno recuperato una serie di elementi, tra le quali tre foto di Giulia, sorridenti, scattate alle 19.30 sul luogo di lavoro che non compaiono negli atti processuali. Ora il materale recuperato sarò comparato con quello forense, acquisito dalla Procura e da quel momento potrà anche essere effettuata una geolocalizzazione. Capire chi, da remoto, ha cancellato tutti i vari file dal 31 agosto al 2 settembre del 2015.

Altre perizie. Lo studio dei consulenti ha anche evidenziato altre anomalie sulla compatibilità tra il luogo del ritrovamento del corpo di Giulia e le cause del decesso. Altri elementi che daranno sostanza all’istanza di riapertura del caso per omicidio. E poi c’è il caso dei testimoni: di chi ha visto Giulia quella sera, a Tortoreto, fare una strada diversa rispetto a quella ipotizzata dagli investigatori e di un altro testimone (che ora è deceduto), che vide quella notte Giulia Di Sabatino tenuta per le braccia da due uomini in prossimità del cavalcavia della A14.

 

 

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