Teramo, pugno a Di Mascio: ai domiciliari i due responsabili

I carabinieri della compagnia di Teramo, all’alba di oggi, in esecuzione di un’ordinanza cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip Marco Procaccini del Tribunale di Teramo, hanno arrestato i due uomini che per le indagini, lo scorso 14 maggio, aggredirono il responsabile del settore giovanile del Teramo Calcio, Cetteo Di Mascio, provocandogli gravi lesioni al volto.

Le indagini dei carabinieri, svolte sotto la direzione della procura della Repubblica di Teramo, hanno permesso di raccogliere elementi nei confronti di due uomini, C.V. di 30 anni di Bellante e G.A. di 23 anni di Mosciano Sant’Angelo, entrambi con diversi precedenti.

Secondo la ricostruzione, sarebbero stati loro, intorno a mezzogiorno del 14 maggio, a recarsi con l’autovettura Ford Fiesta, del 30enne di Bellante, presso lo stadio Bonolis di Teramo. Dopo essere entrati negli uffici con una scusa, hanno aggredito Di Mascio, colpendolo – il 23enne – con un violento pugno al volto, che gli ha provocato diverse fratture alle ossa facciali, tali da essere qualificate come lesioni gravi.

Gli eventi, così come riferiti dalla vittima e dai testimoni presenti, hanno trovato conferma nelle minuziose indagini effettuate dai carabinieri della compagnia di Teramo, che attraverso indagini tradizionali e accertamenti tecnici, hanno ricostruito sin nei dettagli le fasi dell’aggressione, giungendo attraverso l’incrocio delle testimonianze e la visione delle immagini delle telecamere di sorveglianza ad identificare i due aggressori, nei cui confronti sono state effettuate altrettante perquisizioni, personali e domiciliari.

La procura della Repubblica presso il Tribunale di Teramo, concordando con le risultanze investigative dell’Arma, ha indagato i due uomini. All’esito delle articolate indagini (che hanno visto anche il contributo di un medico legale cui è stata commissionata una perizia sulla tipologia ed entità delle lesioni riportate dalla vittima), la procura ha rimesso al gip la richiesta di emissione di una misura cautelare, prontamente accolta, che ne ha disposto i domiciliari.

L’inchiesta non è chiusa, ma i militari, coordinati dal tenente colonnello Vaglio, continuano a seguire la pista anche di un presunto mandante.

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